Mi perdonerà Dee Snider se prendo il titolo soltanto e sbatto via il testo. Ecco, sono un po' violenta e mi spiace, ma la parola mi è venuta spontanea, poiché sono in pieno sbattimento prepartita. Anzi no, la partita e tutto ciò che rappresenta, che porta,
Stasera ero felice tra i miei compagni di Tigrottino ed è vero, quando Giocasti ha detto: vieni alla radio, io ero felice, ma sapevo che lo sarei stata di più... se fossi stata con loro. Se avessero parlato loro. Perché per un anno hanno svolto un lavoro da leoni e tigri insieme, senza chiedere niente, dando tutto per la Pro Patria e per ciò che rappresenta per ciascuno di noi. Non hanno mai chiesto vetrine, perché non interessava loro. L'unico momento - e che momento - di gloria ufficiale è stato tra i bambini dell'istituto Bertacchi. Lì abbiamo capito, tutti, che i sogni sono realissimi se stretti e poi liberati dalla mano di un bambino. Lì non siamo stati scambiati per calciatori, ma quasi. E in fondo era vero perché in campo ogni domenica scendiamo anche noi.
Per questo sono grata a Giocasti che ha accettato la gioiosa invasione. E poi che meraviglia la serata che continuava alla festa di San Giuseppe. Me and the boys... Per fortuna poi arrivava Alessandra, che in questa avventura è stata protagonista dolcemente contagiosa.
La birra, i panini (compreso quello pesantissimo per il nostro compagno che deve sognare l'antirisultato propiziatore), le confidenze, le prime punture dell'estate.
E io guardo alcuni di questi ragazzi, vedo tra loro gli Amici che mi hanno aiutata e hanno capito quando non potevo, senza giudicarmi, senza voltarmi le spalle o gettare spine attorno a me, che hanno sempre offerto un sorriso, una parola, un silenzio fraterno.
Vedo che altri si uniscono alla nostra tavola, che stiamo già facendo progetti, che stiamo sognando...
Eh no, chi si sta rimettendo a fare i calcoli sulle probabilità domenica?
Niente sbattimento. Vi voglio bene.
Meno due alla partita.
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