Oggi mi accompagna don Gnocchi: “Uomini non si possono dire – e pure sono milioni – quelli che vivono tanto per vivere”. Macchine da azioni, condannati alla prima disdetta, la reazione.
Liberarsi dalle reazioni è il primo appello della Kabbalah, e mi ci aggrappo ogni giorno. Reagire vuol dire dipendere da ciò che fa qualcun altro. Vuol dire non creare nulla, copiare tutto e mantenere ciò che di maligno corrode il mondo.
Milioni di macchine, di cui faccio parte, ogni volta (e quante volte) vivo tanto per vivere. Cammino come un automa, produco, mangio in fretta e mi rimetto a correre distrattamente, a distrarmi.
Siamo uomini o che cosa? Lo decidiamo, giorno per giorno, forse.
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