La cura whisky non mi andava più giù, quel dito (orizzontale e minuscolo, maligni) si era disperso. Adesso complici la pioggia e una bella vittoria di farfalle, riesco a gustarlo un poco.
Whisky che regna l’autunno e l’inverno, si fa un po’ desiderare in primavera, in estate può accettare (in casi disperati) la violazione del ghiaccio. Whisky che sa della mia terra bis, e a volte terra primaria, che mi ha accarezzato la pelle, sì, nella mia tenace Scozia.
Whisky cura, mai whisky malattia. Perché ciascuno ha bisogno di un po’ di spirito, e dopo questo assaggio va a cercarlo nelle proprie piccole o grandi aspirazioni.
Io aspiro e vi auguro buona notte.
Nessun commento:
Posta un commento