Grazie al professore dallo sguardo dolcemente indagatore sul mare (e sulla montagna che ne alimenta la distanza), grazie a Francesca e a tanti volti immersi tra le onde dei ricordi o dei sogni: pensare che ero su un'isola.
Parlavamo di Capri, come se fosse lì, e forse era lì davvero. Noi gente di terra, costretti a cercare il mare, per essere felici.
Ho scoperto mondi immensi sotto quelle onde birbanti, e ho risentito i profumi delle mie isole. Così appassionanti quando si avvicinano a poco a poco, così lontane e malinconiche quando le lasci.
Mi sentivo su quell'isola e tante altre - fin su, nella mia magica Scozia - ed ero felice. Tant'è che sono uscita e ho respirato in un momento onde di vita. Quelli per cui ti sfottono se lo dici, ma che cosa ci devo fare. Avvolta dal profumo dell'ultimo pane, gli uccellini che si ribellano al tramonto, la gente che sorride e quella che non riesce.
Vita. Mentre attorno si spezza, e non lo sai, la respiri. Ero su un'isola.
Dolce notte, tra le onde.
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