L’Aquila, silenzio e rassegnazione da combattere. Inchieste e inchiestine. I soliti noti che si rincorrono tra soldi dati, negati e le immancabili sentenze preliminari all’italiana.
Spengo. A volte penso che non cambieremo mai. Continuiamo a strillare, ma mettere in moto una sana reazione non ci piace. Non è nelle nostre corde, o almeno così appare.
Tra poco sarò in autostrada e vivrò il solito drammicino all’italiana. Se rispetto il limite, sono una deficiente e mi suonano il clacson tra gli insulti. Se non lo faccio, viaggio alla velocità della maggioranza poco silenziosa sulle strade e avrò il suo “rispetto”. Se però sarò multata, dovrò prendermela con quei controlli che ci perseguitano sulle strade, per mettermi alla pari con quella stessa maggioranza.
Ma se siamo furbi – per modo di dire – sulle strade, come nella vita civica, come possiamo pensare di poterla scampare? Di diventare una nazione?
Non cambieremo. Oggi pessimismo cosmico. Non cambieremo.
Nessun commento:
Posta un commento