All'erba strappata e umida, si aggiunge un profumo diverso. Mi afferra la gola e mi incatena gli occhi a terra: un tronco tagliato, un pianto discreto che se ne va.
L'aria impregnata di quel dolore, di chi sa di doversene andare per lasciare qualcosa che aiuti a rinascere, ma ancora non è in grado di spiegarselo. E tace, soffocando le sillabe e i singhiozzi.
Che strano, che adorabile aroma. Che pianto discreto. Un mormorio che parla di vita, affiora da quel tronco e dal giardino sospeso nei sentimenti.
Un profumo che guida la sera e ci fa sentire più uniti, nel nostro ciarliero silenzio d'umanità. Tu, gli Amici e un profumo di eternità.
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