Al cospetto del lago, tutto rallenta fino a fissarsi sulla tavolozza delle luci cristallizzate. Un ronzio dell'anima si fa sentire in sordina e l'aria ha un timore rispettoso a muoversi.
Finché arriva lei, un'onda birbante e voluttuosa. Ci giriamo a cercare chi, cosa l'abbia provocata, ma sembra già nascosta. Forse in un angolo a congratularsi della propria, ardita mossa, aspettando di rompere quell'armonia e costruirne un'altra, libera dalle abitudini.
L'onda a gridare che nulla di fisso esiste, poi si vergogna della verità.
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