I fiori che mi rincorrono o che io inseguo, sono uno più meraviglioso dell'altro, destano cioè meraviglia. Ma qualche giorno fa mi ha interrogato una semplice margherita.
Ci può essere il rischio di dire banale, invece di semplice. Un rischio che alimenta quella confusione festosa di colori portata dalla primavera, come se ne fosse unico emblema.
Invece, margherita è solo bianca, con quel giallo, fisso sorriso. Sembrano non esistere differenze, tra le margherite. Ma lei mi ha chiesto se davvero sia così.
Se non possono - o non vogliono - giocare con i colori, sanno farlo in modo stupefacente con le luci. Le attirano, con il loro candore, le trattengono con sorrisi e carezze, e non so se le restituiscano; magari sono gli stessi raggi che non se ne vogliono andare.
Semplice, non banale, margherita neanche vuole la mia risposta, perché è troppo occupata a giocare con le luci.
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