Che fine aveva fatto questo film nella mia cineteca approssimativa? Vedere i frammenti finali di "A prova di errore" mi fa chiedere perché si siano dovuto bombardare le scuole di "The DayAfter", quando c'era questa meraviglia degli anni Sessanta.
Il volto profondo di Henry Fonda, presidente degli Stati Uniti, rende tutto perfetto. E il suo discorso con il leader sovietico al telefono, quando gli annuncia che getterà bombe atomiche su New York per "rimediare" all'errore tecnologico che non può fermare le bombe su Mosca, ed evitare una rappresaglia più devastante.
Non è colpa di nessuno, gli dicono dall'altra parte. E lui - che sta sacrificando i suoi uomini, la sua gente e sua moglie, in visita proprio a New York - replica: no, è colpa nostra, nostra se non smettiamo, se non ci fermiamo.
In balia di una tecnologia costruita dalle nostre fragili mani, interrogativi che non si domano, ancora.
Ps Larry Hagman nella parte dell'interprete che rende possibile il dialogo tra Usa e Urss, da commossi applausi.
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