Mi piace pensare più tardi. Impacchettare ogni tentazione di vedere la giornata e imprigionarla già ai primi raggi di lucidità.
Infilarmi le scarpe più tardi, per avvertire ancora un attimo la freschezza del suolo o la morbidezza dell'erba, e allora mi sento una creatura curiosa.
Mi piace sospirare più tardi, perché ora ogni respiro è prezioso. E incavolarmi più tardi, perché adesso indossare la rabbia è inutile e dannoso.
Un istante, un istante ancora, per affrontare le discese - forse poco - libere della vita.
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