Dulzi, con la z che rievoca una zolletta. Zucchero senza inutili freni, vizi che si lasciano accarezzare.
Dulzi, come ci ostiniamo a voler essere, affrontando un fiume che sembra amaro. E bocconi che si lasciano inghiottire, sperando in un sapore migliore.
Dulzi, è dolce ciò che vogliamo, prima ancora di ciò che assaggiamo. In dialetto quella z al posto della c è come un'iniezione di realismo.
E dulzi è la tua voce quando mi cerca, il tuo sguardo quando vede un gatto o un bambino (in rigoroso ordine). Dulzi l'attesa di te.
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