martedì 19 febbraio 2013

Seri come uno scozzese


Riassunto della puntata precedente: il giorno di San Valentino, aspettando le pizze a cuore, faccio un retweet affrettato di un cinguettio di uno scozzese che sa fotografare e interpretare i paesaggi. Mi chiedeva di ritwittare un messaggio di un ufficio a Edinburgo e io mi sono distratta a quest'ultima parola. Capite come suona bene? Edinburgo...

Più tardi l'amico scozzese grida: complimenti, hai vinto! e in effetti vedo che mi arriva un tweet dallo stesso ente: complimenti, hai vinto.

E questi signori mi chiedono l'indirizzo per mandarmi dei biglietti del bus di Edinburgo, che posso usare anche per una città italiana, nonché una misteriosa borsa.

Commenti vari in casa. 1) è una fregatura. 2) ti addebiteranno le spese di spedizione. 3) che cosa ti viene in mente di ritwittare (l'espressione la uso io, perché loro sono alieni alla rete) così senza pensare, poteva essere un serial killer che  sceglie così le sue vittime (anche l'espressione serial killer l'ho usata io).

Il commento più bello arriva da un collega: no, gli scozzesi sono gente seria.

E difatti oggi arriva il pacco. Con i biglietti, penne, cuoricini portachiave, fantastici cioccolatini e altri piccoli segnali di attenzione. Soprattutto, senza spese di addebito e in quattro giorni.

Anche nella leggerezza si può essere seri. Seri come uno scozzese.


Scots wha hae, I love you.

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