Gioca la mia Pro e sono felice; di più, è l'unico campionato che mi interessa ormai, lo sapete. E a un certo punto sento distrattamente un signore che dice: la Fiorentina ne ha fatti tre.
Non lo sento solo io, e non me ne frega neanche molto, visto che ignoro il calendario e seguo solo la corsa (a ostacoli) solitaria della Roma. Un'altra persona e io ci giriamo distrattamente, quasi per educazione: con chi gioca?
E subito siamo rimproverate da qualcun altro: macché, gioca stasera, contro l'Inter.
Quando sono in redazione, accanto al mio collega interista, non oso ripetergli l'aneddoto. Al secondo gol della Fiorentina, però, mi trovo a disagio e gli sussurro che un mio compagno di tifo aveva lanciato una strana profezia. Sobbalzando io al terzo gol, il mio collega mi chiede di dirgliela, questa profezia, mica che si debba sobbarcare il quarto.
No, tre, lo rassicuro a questo punto. Senonché la Fiorentina segna il quarto e io sto per far cadere la profezia nel cestino. L'Inter però segna, quindi 4-1 significa tre reti di vantaggio.
Il mio cruccio è di non saper riconoscere chi abbia pronunciato quella frase. Tra due domeniche, gli avrei chiesto i numeri del lotto.
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