Ve l'ho già cantata, per questo i gatti sotto il balcone devono essere anche scappati da tempo. Ma lascio subito l'ironia, che in questi giorni non mi viene bene.
Perché c'è qualcosa di sbagliato nel mondo oggi, in tutti noi; la luce perde consistenza, come il cielo. Abbiamo visioni diverse e Dio sa che non sono le sue...
Mi sento come cantano gli Aerosmith, vivendo sul bordo di un precipizio, in cui ogni parola sembra sospingerti. Questi giorni così duri, di cui parlavo ieri, eppure poco duri forse se paragonati al cammino quotidiano dell'umanità. Ma mi spaventa la rapidità del giudizio che spariamo, come si possa appunto scherzare su drammi partendo anche dai problemi di chi, colpevole o innocente, ha - lui, non noi -, come deformiamo i nomi, le caratteristiche degli altri, li fustighiamo. Come non rispettiamo nulla, perché la rete fa viaggiare più veloce della luce le nostre parole e quindi ci rende onnipotenti.
Ma se siamo così sicuri, di tutti, perché non dirottiamo queste energie sui fatti? Sulle azioni, in aiuto degli altri? Mi contemplo indecisa, allo specchio, e forse sono felice delle mie perenni incertezze. Come ha diffuso un amico: il Signore ci ha tolto dallo schiacciante compito di giudicare, perché vogliamo riprendercelo?
Allora canto con Steven Tyler "livin' on the edge".
There's somethin' wrong with the world today
The light bulb's gettin dim
There's meltdown in the sky
Buona giornata.
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