Ostinarsi a compiere gesti a favore di un ingrato è malattia, decreta Arguta Paffuta. Scribacchia su un foglio e dice: qualsiasi cosa farai per lui, avrà da brontolare, trovare il puntino nero nel fazzoletto di luce e ti rinfaccerà sempre e solo quello, che esista o no.
Immagino che abbia ragione e con alcuni, abituati solo a replicare e controbattere, senza avere la minima tentazione di ringraziare, la ragione mi invita a lasciar cadere questo comportamento. Già difficile di per sé per un diavoletto, quasi contro natura.
Ma, Arguta, tra te e me bastardissime ci dev'essere qualcuno, perché sento una vocina che sussurra qualcosa di diverso. Il riflesso di un ingrato non dipende da lui, e nemmeno da noi: un gesto di gentilezza o di attenzione non va mai sprecato.
Come un raggio di luce, lo raccoglie qualcun altro. Se nessuno lo vede, è un angelo silenzioso che lo prende e lo affida a chi ha bisogno.
Non sei convinta, Arguta? Be', non ne sono sicura nemmeno io. Ma la gentilezza è una compagna troppo bella perché sia ignorata, non credi?
Sii un po' più gentile del necessario. Mi tengo sempre stretta la frase del papà di Peter Pan.
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