giovedì 16 aprile 2020

Arriva il mio amico

Arrivava carico di frutta e verdura, ma la sua gentilezza non faceva pesare quella consegna. Tutto sembrava tanto succulento quanto leggero.

 Lui, Michele, il servizio a domicilio lo faceva quando ancora non ci aveva pensato quasi nessuno. E all'occasione si presentava in bicicletta, quasi a rimarcare quanto fosse agile per lui farlo. Anche se non lo era affatto. Anche se quando hai un piccolo negozio, tutto è sulle spalle tue e della famiglia.

Quando parlava della sua frutta o te la mostrava, gli occhi gli brillavano. Quasi quanto narrava della sua Sicilia. E se tornava dalla sua isola, nella borsa faceva scivolare qualcos'altro: fantastici dolcetti, morbidi e preziosi.

Mia mamma non l'ha mai chiamato "il fruttivendolo". Per nome oppure con un sorriso fiero quando l'aspettava, diceva così: arriva il mio amico. Noi sapevamo allora che il Michele stava arrivando.

Un uomo che lavorava con gioia, una gioia da condividere, e che un giorno ha dovuto smettere per la sua e la nostra tristezza. E adesso che è volato via, noi lo sentiamo ancora così: come un amico che non faceva pesare mai i suoi sacrifici, ma amava prendersi cura della natura e degli altri.

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