Pasqua, che ci guarda dritto negli occhi, se possibile più che mai. L’alba si è affrettata a chiamarci, la strada è totalmente deserta, non un rumore, neanche l’auto solitaria del palazzo a fianco. Eppure c’è chi è già in moto, come il nostro infermiere che ci manda gli auguri.
Sto lavorando.
Pasqua è un giorno unico, dopo un unico giorno in cui ansie, lacerazioni, pianti e speranze hanno scritto una riga differente. Ma ciascuno di quei giorni aveva un titolo, un fine e Pasqua lo mette in ordine. Come se tutti i libri, appoggiati senza troppo pensarci su uno scaffale, fossero caduti e tu ora dovessi rimetterli a posto. Ognuno porta con se stesso una sensazione, una memoria.
Adesso ricominceranno a scorrere i giorni e sarà ancora fatica, ma speriamo che sia alleviata da questo Giorno Unico, che ci ha guardato dentro negli occhi.
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