sabato 18 aprile 2020

Non puoi guardare (mentre stai contando)

I cortili non sono più vuoti: i bambini li hanno riscoperti, sommessamente, e sorvegliati dagli adulti, che si fanno anche un po' invadenti.

Li hanno riscoperti come i giochi e io mi soffermo a gustarne un po'. Persino l'amaro nascondino, quello in cui mi distinguevo per scarsa solerzia, adesso ha un gusto invitante.

C'è una bimba, però, che non l'ha capito bene o forse non lo vuole capire. Tocca a lei scandire i numeri, mentre gli altri cercano il proprio nascondiglio. Ma si gira, fa pasticci e viene redarguita, senza asprezza.

Un bambino le grida garbatamente:

Non puoi guardare, mentre stai contando.

E mentre la frase si disperde (e lei sbaglia, ancora), io mi domando come facciano i bambini, a saperne così spesso più di noi.

Noi che siamo di frequente immersi nella conta dei giorni, e così non guardiamo. Non guardiamo cosa ci ha portato fino a qui e a che cosa siamo condotti.

Smetterla di contare, consapevolmente, per poter ricominciare. Voltarsi e scoprire che qualcosa si è nascosto, ma forse è bene anche non trovarlo più. E invece noi ci siamo, giocosi e battaglieri.

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