La nuova normalità, un’espressione che mi inquieta, non so se vi percepisco un paradosso o presunzione. Non abbiamo ancora capito come sia andata in fumo, nel giro di pochi istanti, quella vecchia. Che poi era normalità forse per molti, non per tutti.
No, mi ribello al mio filosofare e comincio ad addestrarmi alla nuova normalità. Il signor X procede a passo agguerrito dieci minuti dopo l’alba, preciso come un cronometro va senz’altro a lavorare. Merli, cornacchie e piccioni hanno già dominato il mondo e ora, sazi se ne vanno. Tranne due piccioni che si azzuffano dentro la palma, per il posto su un ramo. E il giornalaio, che in questo periodo di isolamento, suonava venti minuti prima, adesso si sta avvicinando all’antico orario: sarà perché trova più traffico in motorino.
Ma oggi camminiamo più a fondo nella mattina. Così, il signor X si rivela un jogger che si esercita nelle vie del cantiere. Il giornalaio ha trovato coda, sì, ma dal panettiere. E i due piccioni hanno spostato cornice e perseverano nel piacere di litigare.
La normalità cambia, all’improvviso o tutti i giorni. Eppure quanto ci illudiamo di riconoscerla.
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