È uno dei pochi luoghi che mi sembrano immensi proprio come percepivo da bambina. La mia chiesa. Ci sono cresciuta, mi sono ribellata, ho preso le distanze, ho sorriso e salutato. Ho portato i miei momenti di stanchezza, gli occhi che si socchiudevano al profumo dell'incenso.
La attraverso, vuota. Ora anche con le sedie riposte, come una speranza appena sussurrata: non le tolgo da qua, che magari potrò riaccogliere la mia gente.
E forse torneremo presto, tutti insieme; forse dovremo ancora pazientare.
Ma la mia chiesa è aperta ed è una benedizione che molti non hanno.
Amo la mia chiesa in questi momenti, in cui tutto incontra la pace con un silenzio più forte. Mi rifugio dal Crocifisso e attorno non c'è più nessuno.
La mia chiesa, aperta. E persino quando la sfioro all’alba, con le porte ancora chiuse, sento che mi sta già accogliendo.
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