Troppe prove, le conto nei dolori del mondo attorno a me, perché oltre non riesco ad andare, e poi mi arrendo.
Rovi che si impennano sopra l’asfalto sono disperatamente in cerca di luce, come noi. Grovigli di pensieri come tracce di resistenza e un vuoto che non profuma di pace.
Poi, i miei occhi si posano su un giardino curato. Aveva dormito più a lungo dell’inverno, perché il suo custode non stava bene. Ora profuma di significato. Non perché il dolore sia passato, ma lui ha deciso di collaborare con la primavera.
Come un giardino curato, le nostre vite.
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