Il cellulare vibra già all’alba e nel manovrarlo una pallina di luce inizia a danzare sulla parete. Il micio la rincorre, prima fiero poi indispettito quando constata che fugge dalla sua presa.
Distrattamente proseguo il gioco involontario e con quell’odiosa superiorità umana lo prendo in giro un po’ per i suoi sforzi. Lui, che ogni giorno mi impartisce preziose lezioni di vita, perde tempo dietro palline senza corpo, luci effimere.
Il suo sguardo saggio mi frena. Mi ricorda quante palline di luce inseguo ogni giorno. Quanti luci effimere hanno ottenuto che io convulsamente mi muovessi alla ricerca del nulla.
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