martedì 28 aprile 2020

Eco di settembre

Da qualche giorno mi attraversa un’impressione che solo ora so mettere a fuoco: come l’eco di settembre.

Quel settembre che sbirciava dentro l’ultimo scorcio di lentezza agostana. Avrei dovuto lasciare la collina e nell’era adolescenziale ciò profumava di sollievo e insieme malinconia.

Si caricavano le prime auto verso le città, le case di vacanza si addormentavano mentre io avevo voglia di sognare ancora.

Ora, eco di settembre, sento il moto che cresce e non sai se tu sia pronta. Prima ti aspettavano certezze, anche pesanti per la tua visione ragazzina. Ora è tutto impalpabile, come l’anonimato garantito dai numeri. Fase 1, 2...

Sarà per questo che di colpo il sole invade la strada e tu non ci vedi più. Spaesata di fronte a un orizzonte che si apre, pur continui a camminare verso il settembre imprevedibile che si annuncia.


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