Una famiglia al primo sguardo, che abbraccia tutti. Ieri un caro amico mi ha mandato questa foto da Assisi, gli ho chiesto se potessi usarla. Lui ha acconsentito, rimanda - ha detto - a una bellezza più profonda, quella del buon Dio presente nelle creature e nella nostra storia.
Quando ho visto questa foto, ho sentito un brivido di gratitudine. E dalla riconoscenza sono passata al riconoscere: eccola! Eppure io ad Assisi sono stata una volta sola, in un incredibile giorno di dicembre. Forse quella distesa rossa mi ha condotta ad altro di familiare: il grido di vita della valle, quando andavo dal nonno e primavera ed estate si sfidavano.
O forse c’è qualcosa di più familiare, qualcosa che ci connette a quel senso che non sappiamo esprimere e che quindi non abbiamo compreso. L’eco di un tomo di Gadamer all’università e ancora prima di insegnanti a noi alunni.
- Professore, ho capito ma non riesco a dirlo.
- allora, non l’hai compreso davvero.
Ci pensa la natura a dirlo senza esitazioni. Sotto gli occhi quella bellezza più profonda, un filo rosso che si offre alla vista e sparirà , per poi tornare o resterà manifestandosi in altro.
Ecco, io non so cosa dire sulla famiglia, per cui non l’ho capito. Ma quest’immagine la posa sotto i miei occhi.
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