lunedì 27 aprile 2020

Sotto gli occhi 👀

Spoglia di certezze, non ho definizioni esaurienti, anzi nemmeno approssimative, per la famiglia. Quello che hai sempre sotto gli occhi, non lo vedi a lungo. Come può valere il contrario.

Una famiglia al primo sguardo, che abbraccia tutti. Ieri un caro amico mi ha mandato questa foto da Assisi, gli ho chiesto se potessi usarla. Lui ha acconsentito, rimanda - ha detto - a una bellezza più profonda, quella del buon Dio presente nelle creature e nella nostra storia. 

Quando ho visto questa foto, ho sentito un brivido di gratitudine. E dalla riconoscenza sono passata al riconoscere: eccola! Eppure io ad Assisi sono stata una volta sola, in un incredibile giorno di dicembre. Forse quella distesa rossa mi ha condotta ad altro di familiare: il grido di vita della valle, quando andavo dal nonno e primavera ed estate si sfidavano.

O forse c’è qualcosa di più familiare, qualcosa che ci connette a quel senso che non sappiamo esprimere e che quindi non abbiamo compreso. L’eco di un tomo di Gadamer all’università e ancora prima di insegnanti a noi alunni.

- Professore, ho capito ma non riesco a dirlo.
- allora, non l’hai compreso davvero.

Ci pensa la natura a dirlo senza esitazioni. Sotto gli occhi quella bellezza più profonda, un filo rosso che si offre alla vista e sparirà, per poi tornare o resterà manifestandosi in altro.

Ecco, io non so cosa dire sulla famiglia, per cui non l’ho capito. Ma quest’immagine la posa sotto i miei occhi. 


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