Sotto sotto, Verdi mi prende sempre per mano, senza ubriacarmi di certezze.
E quel cattivone di Attila ha incrinature che lo rendono così esaltante, oltre ogni marcia vittoriosa.
Sotto sotto, dalle storie di cui conosco il finale non riesco a schivare il dolore.
Sotto sotto, sono a teatro e sto ascoltando l’opera, senz’ansia di ritrovare il palco, perché sono sempre rimasta qua.
Sotto sotto, ho ascoltato tutto, ma non mi è venuta voglia di parlare. Ascolto le ultime voci, perdersi per l’umanità.
Nessun commento:
Posta un commento