Ho pronunciato e ascoltato molte parole inutili, che rubano l’aria e poi ne riempiono il vuoto. Una musica fabbricata da uno strumento scordato, a cui ti abitui, finché non ti trovi nell’armonia del silenzio mattutino.
Attorno alla grande aiuola osa sì e no dire mozziconi di frasi il merlo e il gatto improvvisa una gobba che si placa poi per pigrizia. La grande cornacchia sbadiglia da lontano e ciascuno sembra fare la propria parte.
Dentro questa sordina, penso alle nostre parole inutili e scelgo quella che ci dannerà.
Voi. Un muro impastato frettolosamente e stretto in tre lettere: voi che sbagliate, non capite, siete i colpevoli e gli scellerati.
Voi, la parola che ci dividerà e non farà mai cambiare niente.
Nessun commento:
Posta un commento