domenica 25 marzo 2012

Brisky, penso a te

Esco dal dibattito sugli adolescenti, scrivo a raffica il pezzo sulla Pro, aspetto un attimo a spegnere il pc. Adolescenti, Pro... penso a te, Brisky. La tua mamma ha postato ieri una tua foto di immenso tredicenne.

Scusa, sono scherzi da fare? Tu che ogni volta che arrivi, ti fiondi vicino a me per ostentare che ormai mi hai superato in altezza, va bene. La tua Malena si arrende all'evidenza

Al dibattito, ti ho citato naturalmente stasera, Brisky. Da quanto tempo non ti chiamo così, non ricordo. Sei così grande, anche così inglese, sorridiamo, ma con gli ottimi geni italiani.

Sei il topo, sei il mio bimbo bis, sei un'esperienza bellissima che mi ha dato tanto nella vita. E mi manchi. Non te le posso gridare troppo, perché sei un uomo e poi sbuffi.

Però mi manchi tanto. Tanto più ora che ti contemplo a cibarti di fish and chips al tavolino, tanto più quando ti penso con la tua esplosiva chitarra mano. Be', hai i geni rockettari, no?

Brisky, penso a te. Ma non dirlo a nessuno.

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