Sono apparsa nel vuoto dipinto di verde e ho combattuto la sensazione di essere una deficiente. Questo parco, a mezzo minuto da casa mia, l’ho sempre guardato con cautela per dieci anni.
Adesso obbedisco, ecco camminata veloce e corsa. Suona il cellulare: e accidenti è qualcuno al quale non posso proprio non rispondere. Camminata veloce più conversazione, fiato alla minima potenza.
Non importa. I merli se la ridono, e quel piccolo mostro che si affaccia guardingo chi è: una cornacchia, ahi se si montasse la testa come ai tempi di Hitchcock. Mi fai un baffo, cornacchia, io sono abituata ai falchi sopra la mia collina.
Sono serena, praticamente variabile; una magnolia si sta disintegrando di piacere primaverile e un paio di cani tirano il guinzaglio disperatamente, per entrare.
Adesso si tratta di essere fedeli, per sempre. E poi pioverà… Ma la mia prima volta nel parco mi piace.
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