Negli occhi quella fusione di colori ed emozioni di "Day one". Mi riporta a tutti i clochard che ho visto, per i quali ho provato commozione, per i quali nel mio piccolo mi sono anche battuta, ma che non ho mai aiutato veramente.
Adesso che spengo il computer, come al solito, lascio che i sentimenti si affaccino. Alessandro Haber che fiuta il colore, profumo del passato e forse di un nuovo giorno. C'è sempre un nuovo giorno e allora metto su "Sweet child o' mine" dei Guns per ricordarmi che tenerezza e crudeltà si mischiano, come sicurezza e pericolo, come amore e perdita.
Dolci fucili, per dimenticare, sublimare, viaggiare lontano con la musica. Ripensando a quella stazione che può essere, che è la mia stazione, con le sue storie e la sua disperazione.
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