Mi sembravi insopportabile. Mi sembri indispensabile.
Ma che cosa sei tu, allora, I-Pad? E soprattutto, con quale rapidità ti trasformi? Mi metti quasi paura. Ti ho rifiutato a lungo, perché fiutavo l'addiction, la dipendenza terribile che ti rode e ti trasforma in un ultracorpo, anzi in un tutt'uno con il mezzo. Ci manca solo quello.
Sono fuggita da ogni tentazione, anche quando i miei colleghi mi circondavano con i loro I-Pad; qualcuno mi sottoponeva, sogghignante diavoletto, il flipper virtuale, sapendo che da piccola andavo pazza per quello reale.
Ho già il pc e il telefonino, mi pongo il fatidico interrogativo "A che mi serve?" e non trovo risposta.
Adesso sto per soccombere. Sento che sto per soccombere. Ma è uscito quello nuovo, e chi l'ha comprato pochi mesi fa si maledice. Vuoi vedere che tra poco ne verrà sfornato un altro, e mi troverò in mano un aggeggio vecchissimo? Sì, come me.
Accidenti, prendo il computer nuovo, forse è meglio.
I-pad, con o senza te posso vivere. Passo e - per ora - chiudo.
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