E' come quando se n'è andato il Legnano, scusate il paragone nostrano. Ma il calcio non può diventare così: perdere pezzi di storia e farci smarrire pure l'avversario.
Non importa se non ho mai tifato Rangers, al massimo un mormorio di approvazione per i colori. Io stavo dall'altra parte, che adesso non si può definire così.
Già, è come per la Pro Patria. Massimo rispetto per tutti, ma chi se ne frega della sfilza di squadra che incontriamo, che a volte faccio fatica pure a localizzare, che saranno tutte in luoghi splendidi, per carità.
Chissenefrega, quando non posso sfidare il mio avversario-vicino di casa. Quando non posso sognare che i miei amici si arrampichino sull'Alberto da Giussano e lo vestano di bianco e blu. Quando non posso andare nella loro tana a lanciare il guanto e godere. Quando a Legnano ci vado solo per lo shopping di turno, ma di calcio non si parla.
Se la palla è rotonda, figurarsi il mondo: ci avranno messo un po' a capirlo, ma è così. Allora, non fatemi morire i Rangers, per favore. Il calcio. Spogliatelo di tutte quelle follie che l'hanno soffocato e lasciateci vivere ancora così, tifosi folli, carichi dello spirito del derby e vivi.
Senza i Rangers, non vale. Per favore, Scozia, almeno tu.
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