Ventuno miglia dal deposito. Dalla speranza. La sfortuna preme, ma il meglio può venire.
Le parole di Scott vogliono caricare, forse prima di tutto se stesso. Ricordano come egli creda nella sfortuna, nel destino avverso, eppure non vuole arrendersi. Bisogna fermare la marcia, con questo vento e la temperatura a meno 35.
Scott lo sa e lo scrive: nessun essere umano può affrontare tutto questo, e loro sono esausti, quasi distrutti. Due giorni fa, aveva i piedi in buono stato, il capitano, ora quello destro è andato. Il segno del declino, diagnostica.
Gli altri ancora fiduciosi, o fingono: Scott non sa dirlo. Forse neanche di se stesso. Nell'Antartide solo la natura ostenta con diritto confidenza. E bisogna tacere, aspettare, sperare.
18 marzo, domenica. Attesa. Di che cosa, in fondo non si sa.
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