martedì 6 marzo 2012

Anna e lo zingaro

Per congedare un po' di malinconia, sono arrivata a "Perdendo Anna". Ssst, non ditelo al mio amico K che ho fatto il regalo di fine compleanno a Umberto Tozzi.

Ma qualcuno si ricorda questo piccolo capolavoro, in cui vengono sintetizzate due o tre ragioni cardine del conflitto uomo-donna? Volersi dedicare spesso e volentieri ad attività diverse, la tentazione del tira e molla. Frase emblematica prescelta da me: "Al telefono c'è Anna, proprio mentre ho la scala reale massima".

Siamo così, noi donne... tuona un'altra canzone di ben diversa interprete.

Io però di quegli anni - che ricordo anche se non c'ero, ovviamente, essendo gli anni Settanta - vivo questa canzone contrapposta a un'altra di Tozzi. Zingaro.

Sembrano due mondi in contrasto, eppure ecco il filo sottile. La tua compagna o il tuo compagno ti stanno irrimediabilmente stufando, lo stai perdendo, eppure sai che è follia.

Follia è anche abbandonare tutto e seguire gli zingari che passano dalla città. Eppure la loro vita - più di 30 anni fa, tensioni sconosciute - esercita un fascino irresistibile. Da prendere con il sorriso. La frase più pazzesca? "Sento che va, non sono una Ferrari eppure sento che va".

Va bene, torno seria: "Più guardo verso il cielo e più mi sento solo". Via la tristezza, in quel cielo splende una stella birichina.

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