Ho cercato un fiume nella notte, ponti che ci unissero mentre le nostre vite scorrono strane e distanti.
Tu dove non dovresti essere, io dove forse non vorrei. E mentre lui andava a fare il vecchio indiano e io fingevo di permetterglielo, avevo bisogno di ritrovare il mio Amico, così ti ho chiamato. La tua televisione a puntini, la trasmissione etnica in corso, dal confronto sui rispettivi punti oscuri della giornata sgorgava una discussione di stampo musicale come sempre.
Piazza Grande, la votiamo entrambi. Grande è il desiderio di trovarsi a conversare, magari nei nostri picnic per nulla improvvisati. Con un Amico così si può improvvisare poco, arrivavi fornito di cestino perfetto, e scomodo l'astrologia per fargli scuotere la testa divertito.
Torneremo a fare picnic. Intanto nella notte si intrecciano le nostre voci, e ci scopriamo così vicini. Torni? Quando torni? Vieni qui? Quando vieni?
Siamo già qui, in fondo, seduti sugli scogli e stiamo parlando. La notte tace i nostri dubbi, e io so che lui sta facendo l'indiano, che è tanto orgoglioso, ma sta per tornare. Me lo predici anche tu, Amico mio, e quando sento i suoi passi, sorrido.
Nessun commento:
Posta un commento