venerdì 30 marzo 2012

L'oscuro senso della gentilezza

Ha senso la gentilezza? me lo chiedo di tanto in tanto, e la risposta mi sfugge. Se la colleghiamo al fingere per regnare, ok, tutto può essere chiaro.

Ma sto parlando di un'altra cosa: la gentilezza pura e spontanea, che ci accompagna come il nostro personale odore.

Oggi propendo per il no. Che ci appartiene e quindi va dosata, anch'essa, per non farla evaporare per nulla. Tante persone la calpestano e rischiano di fartela sciupare, di ucciderla per sempre.

Non è giusto. Non è gentile. Allora forse bisogna imparare a prenderla e coccolarla come un bambino. Offrirle tenerezza e mostrarle i pericoli della vita. Ripulirla dalle brutture infertele e spiegarle che non deve parlare con gli estranei, ma imparare prima a conoscerli.

Forse. Non so cosa pensiate. Mi piacerebbe saperlo.

3 commenti:

  1. La gentilezza ripaga sempre. Anche quando viene calpestata. Quella vera però, non quella finta ostentazione di buone maniere. La gentilezza punge più della maleducazione: e chi la calpesta, poi, rischia di avere i buchi sotto i piedi. O, almeno, nel suo orgoglio di maleducato inascoltato.

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  2. la gentilezza è qualcosa che possiedi nell'animo...è una ricchezza inverosimile...va dosata probabilmente, ma penso che sia opportuno anche relazionarci - amico, conoscente, vicina di casa, ecc. - con la gentilezza che ci appartiene ... che appartiene ai nostri comportamenti ...
    mi fai ricordare, cara malù, mia madre, che in in età scolare mi diceva "non devi parlare con gli estranei"! oggi devi diffidare anche di chi conosci... in gentilezza

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  3. grazie, per tutto ciò che mi trasmettete e perché mi fate riflettere, sempre! abbraccio

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