Due scene si intrecciano, in tv. Poi capisco che non lo guardo mai: la notte, devo pur dormire.
La folla nel "Barbarossa", prima della battaglia di Borsano (detta alla bustocca). La folla che reclama il gladiatore vincente, l'altro già abbandonato, in "Spartacus".
Che pena, la folla, che paura. Dovunque sia, di qualsiasi colori si tinga la faccia, quando si mostra vorace della vita altrui. In ogni angolo del pianeta, in una strada che si presenta come civile o in un deserto che perde il diritto a questo nome.
La folla che riporta alla madre di ogni folla, quella manzoniana. Scappo. Orsetto magari non felice, ma nel bosco si sta meglio. Pochi volti, un'unica emozione. Non quella della folla, elefante che acquista improvvisa leggerezza quando cambia idea e partito.
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