Incuranti della neve già sciolta, si gettano come forsennati. Forse attratti dal bagliore, mi dico. Tre disgraziatelli, dal pelo umido, che schizzano fuori da cumuli ormai non più bianchi, e adombrati ulteriormente dalla sera.
Gatti mannari, che corrono e si tuffano, e sembrano ridere contro ogni legge della natura, mentre si sfregano contro montagnette incerte. I fiocchi cadono ancora e loro li guardano con dispetto trattenuto, come se accettassero che il gioco deve continuare, anche contro se stessi.
Non si abbassano a lamentarsi o a sognare lidi tropicali, che neanche sarebbero sopportabili per loro dopo mezzo minuto. Più saggi degli umani, i gatti mannari si tuffano alla rincorsa della luna che non c'è.
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